L’ex calciatore brasiliano del Milan Robinho è stato arrestato in Brasile per scontare 9 anni di carcere dopo la condanna per stupro.
Robinho, l’icona del calcio brasiliano che ha illuminato i campi di Real Madrid e Milan, affronta ora l’oscurità di una cella. Arrestato in patria, l’ex attaccante è destinato a scontare una pena di nove anni per il reato di violenza sessuale di gruppo, un’ombra che si allunga dai vicoli di Milano fin oltre l’Atlantico.
La notte milanese che ha cambiato tutto
La vicenda trova le sue radici in una notte del 2013, quando, sotto le luci sfavillanti di una discoteca milanese, Robinho e il suo amico Riccardo Falco si resero protagonisti di un atto di inaudita violenza. Una giovane albanese di 23 anni divenne vittima di un’aggressione che avrebbe segnato per sempre la sua vita e quella dell’ex calciatore.
Interazioni compromettenti: le parole che hanno incastrato Robinho
Negli anni seguenti, intercettazioni telefoniche hanno svelato conversazioni in cui Robinho alludeva a rapporti sessuali con la ragazza, descritta come “completamente ubriaca“. Queste registrazioni sono diventate una prova schiacciante che ha contribuito a disegnare il destino giudiziario dell’atleta.
Nonostante la legge brasiliana protegga i suoi cittadini dall’estradizione per crimini commessi all’estero, la sentenza italiana ha trovato eco oltre oceano. Su richiesta del Ministero della Giustizia italiano, il 20 marzo, il tribunale supremo federale brasiliano ha ratificato la condanna, aprendo la strada all’arresto e alla detenzione di Robinho sul suolo natale.
Robinho, fermato nella città di Santos, non ha mai smesso di professare la propria innocenza, sostenendo la consensualità del rapporto con la giovane albanese. Tuttavia, la giustizia ha seguito il suo corso, e ora l’ex calciatore si trova a fronteggiare le conseguenze dei suoi atti, lontano dai riflettori che un tempo lo osannavano.